POXVIRUS O “MOLLUSCO CONTAGIOSO”

Lo strano nomignolo deriva dall’aspetto morbido delle lesioni. I molluschi non c’entrano.

Il mollusco contagioso (noto anche con l’acronimo MCV) è un’infezione virale cutanea diffusa tra i bambini, con picco tra 1-4 anni, che hanno una predisposizione alle malattie allergiche (atopia) e quindi un sistema immunitario più fragile.Negli adolescenti e negli adulti, in particolare se immunocompromessi (malati di AIDS, pazienti trapiantati, dializzati, con tumore, sotto trattamento prolungato con farmaci corticosteroidi), la trasmissione avviene principalmente tramite i rapporti sessuali se il partner presenta lesioni a livello delle mucose genitali (diagnosi differenziale con l’Herpes genitale) o contatti diretti con cute infetta (lavarsi sempre accuratamente le mani!).Si trasmette anche attraverso l’utilizzo promiscuo di lenzuola, asciugamani o biancheria infetta e la condivisione di vasche o docce con soggetti colpiti da mollusco contagioso. È un’infezione estremamente contagiosa, ma fortunatamente benigna. I climi caldi e l’umidità facilitano il contagio.

Lo strano nomignolo di “mollusco” con il quale viene identificata l’infezione deriva dal latino molluscus, che significa morbido: le lesioni provocate da questo virus presentano, infatti, un aspetto soffice, piuttosto spugnoso. Si tratta di piccole papule in rilievo con fossetta al centro, che compaiono dopo un periodo di incubazione variabile da 2 a 7 settimane. Possono variare per numero - da un paio fino a oltre un centinaio - per dimensione (2-15 mm) e per colorazione (bianco, giallo, grigio, incarnato). Le papule possono diffondersi in tutta la superficie corporea (senza danni agli organi interni) anche se nella maggior parte dei soggetti colpiti si osservano papule a livello di viso, ascelle, braccia, mani e inguine.L'infezione non colpisce né il palmo delle mani né la pianta dei piedi.

In genere, non provocano sintomi;i soggetti particolarmente sensibili lamentano prurito, infiammazione, infezioni secondarie e congiuntivite.Nei soggetti con grave compromissione immunologica, le lesioni assumono aspetti atipici per numero, morfologia e localizzazione.

La diagnosi è clinica eviene fatta attraverso un’accurata osservazione diretta delle lesioni papulose. Eventualmente, quando la diagnosi è incerta, il sospetto clinico può essere confermato da una biopsia cutanea.

Nei soggetti sani, le papule possono regredire in modo spontaneo ma la guarigione richiede spesso tempi d'attesa lunghi (mesi/anni). Più complicato è il discorso per i pazienti immunodepressi, i quali hanno spesso lesioni più gravi e più difficili da debellare anche con un approccio farmacologico. 

La terapia con farmaci prevede l'applicazione locale di farmaci cheratolitici, antivirali o immunosoppressori. Nei casi più aggressivi, difficili da eradicare, le papule vengono rimosse chirurgicamente mediante curettage, crioterapia (terapia del freddo) o laserterapia per evitare fenomeni di auto inoculazione o di contagio sessuale. Per minimizzare il rischio di possibili recidive, il trattamento andrebbe iniziato subito, quando le papule sono ancora poche e di piccole dimensioni.

L’uso del preservativo non protegge completamente dall’infezione. Le lesioni genitali da mollusco contagioso, infatti, non sono in genere circoscritte alla sede del profilattico ma possono diffondersi in molte aree della cute.