Informandoti bene, soprattutto dal tuo ginecologo. Tieni presente che il profilattico ti protegge anche dalle malattie sessualmente trasmesse (quindi è sempre consigliato se si cambia spesso partner per un rapporto sessuale protetto) e deve sempre essere usato all’inizio di un rapporto nuovo o anche nella coppia stabile se esistono controindicazioni per la contraccezione ormonale. Per la pillola invece (sconsigliata in alcuni casi come la predisposizione alla trombosi), è necessario che il ginecologo faccia sempre una valutazione della storia clinica della donna; informi sul fatto che non protegge dalle MST; da parte tua devi ricordarti di assumerla tutti i giorni, etc … Infine, occorre sapere che oggi la pillola (ma anche il cerotto e l’anello) è sconsigliata veramente solo ad una minoranza di donne. A tutte non bisognerebbe mai stancarsi di ricordare di abolire o quantomeno ridurre l’abitudine al fumo (un vero killer su tutti i fronti della salute femminile). In certe situazioni particolari come il post parto, l’allattamento e altre è indicata la pillola senza estrogeno.
Per chi non l’avesse mai visto e/o usato (male!) è una sottile guaina di lattice o di altro materiale (per chi è allergico al lattice), che lui applica manualmente al momento dell’erezione; sulla punta ha un piccolo serbatoio che raccoglie lo sperma, impedendone l’entrata in vagina. Si tratta dell’unico metodo contraccettivo che protegge anche dalle malattie sessualmente trasmesse.
É un metodo economico, non richiede la ricetta medica, non richiede esami, può essere utilizzato insieme a un altro metodo per rafforzarne l’efficacia. É indicato per gli adolescenti durante i primi rapporti (insieme alla pillola offre una protezione massima del 100% sia verso le MST che una gravidanza indesiderata) ma il suo uso è auspicabile in tutte le situazioni di rapporti sessuali non protetti, a qualsiasi età. É facile reperirlo (farmacia, grandi magazzini, supermercati, distributori automatici, alcuni negozi). E’ semplice da utilizzare sin dalla prima volta. Il preservativo è il metodo di barriera più utilizzato ed è sempre necessario quando si “balla con uno sconosciuto”. Purtroppo non viene usato sempre in modo corretto (da qui derivano numerosi fallimenti) e, inoltre, non sempre le giovani donne hanno il coraggio di chiedere al loro partner di utilizzarlo…Non tutti lo vivono positivamente e alcune persone, uomini e donne, possono manifestare allergie o intolleranze.
NO. Negli ultimi anni sono disponibili preservativi anche in altri materiali come silicone, poliuretano e suoi derivati. Esistono anche di budello animale come l’agnello, ma non offrono la stessa sicurezza di quelli di materiale sintetico. I profilattici di poliuretano, rappresentano una valida alternativa in caso di allergia ai preservativi di lattice, ma anche ad altri svantaggi. Rispetto a quelli di lattice, sono resistenti ai lubrificanti a base oleosa, hanno una forma più confortevole e stringono meno il glande, determinando una minore riduzione di sensibilità dell’uomo. I primi profilattici di poliuretano tendevano a rompersi con maggiore frequenza rispetto a quelli di lattice, per questo negli anni più recenti sono stati studiati e utilizzati derivati del poliuretano, materiali più resistenti del lattice (per es. il Duron), con elevata elasticità e morbidezza al tatto, che consentono anche di ridurre lo spessore senza comprometterne la sicurezza.
Un profilattico può sfilarsi per vari motivi: per esempio, non è stato correttamente srotolato, più spesso, la causa è da addebitarsi al ritardo nel rimuovere il pene dalla vagina dopo l’eiaculazione, quando non è più in fase di massima erezione. Talvolta, è questione solo di misura: se il preservativo è troppo grande, per esempio, può sfilarsi più facilmente. In ogni caso la situazione è paragonabile a quella della rottura del preservativo: il rapporto non è protetto ed è necessario ricorrere alla contraccezione di emergenza.
Anche se raramente, può succedere, soprattutto quando il preservativo è stato infilato alla rovescia o dopo averlo infilato non è stata eliminata tutta l’aria intrappolata o, ancora – se il condom è di lattice – durante il rapporto è venuto a contatto con lubrificanti a base oleosa che possono lacerarlo. In caso di “scoppio”, chiaramente, il rapporto non è protetto né dal rischio di una gravidanza indesiderata né dal rischio di malattie sessualmente trasmesse.
Il preservativo maschile (o condom o profilattico) è il metodo di barriera più utilizzato in Italia, ma esistono anche il preservativo femminile, il diaframma, il cappuccio e la spugna, metodi meno utilizzati. Il preservativo femminile è una guaina di poliuretano, a forma di sacchetto, lunga circa 17 cm, con due anelli flessibili alle due estremità (entrambe aperte), che va inserita in vagina e che impedisce agli spermatozoi di risalire fino all’utero. É più spesso e meno efficace rispetto al condom maschile. Può essere utilizzato dalle donne che sono allergiche al lattice dei condom maschili (anche se esistono anche di altri materiali, proprio per ovviare a questo problema). Utilizzare i metodi di barriera richiede una certa pratica. Il ginecologo ti dovrà insegnare come inserirli e toglierli. Per questo non sono adatti a tutte le donne, in particolare a quelle che non hanno una buona confidenza con il proprio corpo.
Le confezioni di preservativi riportano una data di scadenza?
Ciò che ci si attende oggi da un profilattico è la massima qualità e sicurezza sia in termini di efficacia contraccettiva che in termini di protezione verso l’AIDS e le altre malattie sessualmente trasmesse. Attualmente i preservativi vengono prodotti, venduti e distribuiti secondo la norma europea EN 600:1996, che stabilisce i requisiti minimi di qualità e vieta la vendita di prodotti non conformi a tali requisiti. Su ciascuna confezione di profilattici viene riportata la data di scadenza ed è da rispettare. I condom scaduti vanno eliminati senza averli utilizzati. In genere, i preservativi hanno una durata di circa 5 anni dalla data di produzione, a meno che non vengano esposti a luce solare, fonti di calore, umidità eccessiva, oli. Normalmente i produttori sottopongono i loro preservativi a test molto rigorosi per controllare che vengano rispettati gli standard nazionali e internazionali. Questa procedura abbassa notevolmente il rischio di difetti di produzione (< 0.1%).
In caso di rottura del preservativo il rapporto è da considerarsi non protetto?
E’ stato calcolato che l’incidenza di rottura del preservativo nelle coppie inesperte è intorno all’1-8%, mentre scende all’1% nelle coppie con maggiore pratica. La rottura può dipendere da diversi fattori: maggiore o minore esperienza nell’utilizzo del metodo, comportamento e pratiche sessuali, cattive condizioni, qualità, materiale e dimensioni troppo strette del condom utilizzato. Alcuni studi hanno documentato una maggiore tendenza alla rottura dei profilattici di poliuretano rispetto a quelli di puro lattice. Nella malaugurata ipotesi di rottura e di fuoriuscita di sperma, il rapporto sessuale non è protetto né dal rischio di gravidanza non desiderata e neppure dal rischio di un’infezione. Puoi fare subito una lavanda e ricorrere nel più breve tempo possibile alla contraccezione di emergenza, con la cosiddetta “pillola del giorno dopo”.
Il diaframma è una coppa sottile in lattice o silicone montata su un anello flessibile di metallo. La sua efficacia viene ottimizzata con l’uso combinato di una crema spermicida che va spalmata sulla cupola e sull’anello. Va inserito in vagina prima di ogni rapporto sessuale e posizionato in modo da ricoprire il collo dell’utero (cervice). Va rimosso dopo almeno 6-8 ore dalla fine di ogni rapporto. Se tenuto troppo a lungo può irritare. Il diaframma richiede una buona confidenza con il proprio corpo ed è più indicato nelle donne sane che non hanno mai partorito per via naturale. Dopo il parto vaginale, infatti, l’utero si modifica in modo tale da rendere più difficile l’adattamento del metodo riducendone di conseguenza l’efficacia. Negli ultimi anni viene usato meno a favore del preservativo femminile, del cappuccio e della spugna contraccettiva.
Iniziamo dall’ultima domanda. La sigla IUD deriva dal termine inglese Intra Uterine Device cioè Dispositivo IntraUterino o DIU. Come funziona la spirale? Il meccanismo d’azione è multiplo e dipende dal tipo di spirale. Il dispositivo in sé, come mezzo meccanico, determina una reazione infiammatoria asettica da corpo estraneo, potenziata dall’aggiunta del rame che induce una serie di modificazioni dell’endometrio, la mucosa dell’utero, tale da impedire l’annidamento dell’ovulo. Il filamento di rame esercita anche un’azione diretta sugli spermatozoi, riducendone la vitalità e la mobilità per l’azione tossica del metallo. Esiste poi la spirale che libera ormoni e che agisce come i contraccettivi ormonali bloccando l’ovulazione. L’inserimento va fatto esclusivamente da un ginecologo di fiducia, nei primi giorni successivi alla mestruazione, comunque non oltre il 14° giorno, per avere la sicurezza di non intervenire su una gravidanza appena avviata. Dura, in genere, dai 20 ai 30 minuti, dopodiché ti verrà chiesto di riposare sdraiata per un certo tempo. La presenza della spirale non influenza le normali variazioni del ciclo mestruale Le donne che la usano affermano di non sentirla. Non appena viene rimossa, si ripristinano le stesse condizioni precedenti al suo inserimento e con esse la possibilità di fecondazione. Una spirale può rimanere nell’utero da 2 a 5 anni, dipende dalla donna e dal modello utilizzato. In genere, secondo le testimonianze non provoca nessun “senso di presenza” neppure durante il rapporto sessuale. Alcune donne si trovano molto bene, altre donne l’hanno tolta perché provocava irritazioni e infiammazioni.
Abbiamo sentito parlare dei metodi naturali. Che cosa sono? Sono efficaci?
Questi metodi sono detti naturali perché non prevedono l’assunzione di contraccettivi chimici né l’inserimento di dispositivi meccanici come la spirale. Insegnano a riconoscere qual è il periodo fecondo durante ciascun ciclo mestruale, in modo da evitare i rapporti sessuali in quei giorni. Essi si basano sull’osservazione di alcuni indici (per esempio il muco cervicale e la temperatura interna) e delle loro variazioni che segnalano quando avviene l’ovulazione.
Sono metodi piuttosto impegnativi, con molte regole da rispettare, mediamente efficaci, che implicano una buona confidenza e conoscenza del proprio corpo e richiedono un corso di apprendimento del metodo. Per tutti questi motivi non sono adatti agli adolescenti. La loro efficacia è considerata medio-bassa.
Il controllo del muco cervicale è un metodo contraccettivo naturale che si basa sull’identificazione del periodo fertile, attraverso l’analisi della consistenza del muco che viene prodotto sotto stimolazione degli ormoni estrogeni. Durante l’ovulazione, il muco si modifica, diviene più fluido e filante, ricorda un po’ l’albume dell’uovo come consistenza. Questa trasformazione è uno stratagemma che consente di facilitare il cammino degli spermatozoi attraverso il canale cervicale, in direzione dell’utero. L’ultimo giorno in cui il muco mantiene queste caratteristiche, cioè è fluido e filante, viene definito “giorno del picco” e corrisponde al periodo della massima fertilità. Come periodo a rischio si considera l’arco di tempo compreso tra l’inizio della secrezione di muco e i 4 giorni seguenti il “giorno del picco”. Viene anche chiamato metodo di Billings, dal cognome del neurologo australiano John Billings che, insieme alla moglie Evelin e – contemporaneamente – al medico austriaco Josef Rötzer, furono tra i primi scienziati a mettere a punto il metodo, negli anni ’60. Il metodo, che è piuttosto impegnativo, prevede l’accurata osservazione del muco cervicale, più volte al giorno, con l’aiuto di rigorose regole standardizzate, e la costruzione di un grafico che consenta di individuare, ogni mese, l’ovulazione e il relativo periodo di fertilità. L’efficacia del metodo è considerata medio-bassa.
Il metodo della temperatura corporea basale è un metodo contraccettivo naturale che si basa sul rilievo quotidiano della temperatura vaginale. Il rilievo viene eseguito con un normale termometro e consente di individuare le variazioni della propria temperatura di base nell’arco del ciclo mestruale. Il metodo si basa sul fatto che la temperatura basale (TB) del corpo femminile presenta un lieve rialzo termico (+ 0.2-0.5 °C) dopo 1-2 giorni dall’ovulazione, grazie allo stimolo dell’ormone progesterone.
La temperatura si misura, al mattino, appena sveglie, prima di svolgere qualsiasi attività, in situazione tranquilla, preferibilmente prima delle 8.00. Il valore della temperatura va registrato su un diagramma mensile particolare che in genere si trova nella confezione del termometro e serve a costruire un grafico mensile personalizzato. Questo metodo, di media efficacia contraccettiva, è piuttosto impegnativo e implica un periodo di rodaggio per imparare le numerose regole di base per il rilievo della temperatura basale.
Ma è vero o non è vero che la pillola non è adatta alle adolescenti! La solita bufala?
Ecco un mito da sfatare una volta per tutte! Purtroppo sono ancora molte le ragazze - poco informate o consigliate in modo scorretto - che pensano che la pillola contraccettiva non sia un metodo adatto alle giovanissime alle prime esperienze sessuali. Anzi, se ci pensi, potrebbe essere una grande alleata, perché oltre ad avere un’elevata efficacia contraccettiva offre molti benefici extracontraccettivi, per esempio sui dolori mestruali (dismenorrea) che sono un disturbo frequente e mal tollerato dalle giovani ragazze come te. Se la donna è sana, non ci sono restrizioni per la pillola combinata, dal menarca (la prima mestruazione) fino ai 40 anni.
Questa sembra essere la preoccupazione di molte donne, anche straniere. La pillola la puoi prendere per tutto il tempo che vuoi. Quando poi la sospendi puoi rimanere incinta senza alcun problema. La verità sta proprio nel contrario ovvero la pillola protegge la tua fertilità non la compromette. La tua fertilità ha un grande valore e va protetta al massimo. Con la pillola sei sicura di scegliere un metodo tra i più sicuri e che ti consentono di vivere spontaneamente e senza ansie la tua vita sessuale con la serenità di conservare la tua fertilità “in cassaforte” per aprila quando deciderai di essere pronta per avere un bambino.
Quando ho il ciclo spesso non posso nemmeno andare a scuola o in palestra dai dolori.
Non sei sola Fabiola, anche se consola poco! Il dolore durante il ciclo (dismenorrea) è purtroppo un sintomo frequente, spesso quando si è adolescenti ma anche nelle giovani donne e in quelle adulte. La pillola e i contraccettivi estro-progestinici (COC) possono essere una soluzione a questo problema. Particolarmente indicate sono le pillole a regime esteso ovvero quelle che prevedono l’assunzione tutti i giorni dell’anno, in modo continuativo, eliminando la pausa mensile con flusso pseudo-mestruale. Questo tipo di assunzione consente alle donne di rimanere senza flusso mestruale per quattro mesi e di avere così solo tre mestruazioni l’anno. L’assenza totale di flusso (amenorrea) non deve essere motivo di preoccupazione. Il “regime esteso" degli estro-progestinici è stato studiato soprattutto per eliminare il disagio associato al flusso mensile che in molte donne è doloroso e incide parecchio sulla qualità della vita personale, sociale e lavorativa.
Mi sono trovata benissimo anche se prima del parto prendevo la combinata.
Brava Serena! La pillola senza estrogeno è l’unica pillola indicata durante l’allattamento, una volta che questo sia avviato. Iniziare troppo presto non è consigliabile. Dopo il parto, infatti, la caduta dei livelli circolanti di progesterone è indispensabile per l’avvio della lattazione e un inizio troppo precoce con la pillola progestinica potrebbe interferire con la produzione del latte. Può essere assunta dalla donna che allatta dopo le prime 6 settimane dal parto (dopo le prime 3 settimane, in caso si decida di non allattare).
Mia mamma è contraria, dice che non è adatto a un’adolescente.
La domanda di Martina sottolinea una preoccupazione materna che non ha ragione d’essere. In realtà, infatti, non vi sono controindicazioni nell’uso dell’impianto sottocutaneo anche nelle adolescenti anzi, in questi ultimi dieci anni, si è osservato un aumento progressivo nel suo utilizzo nelle donne tra i 15 e i 44 anni, sia dell’impianto sottocutaneo, sia del dispositivo intrauterino a rilascio di ormone progestinico.
Entrambi sono metodi definiti come contraccettivi reversibili a lunga durata d’azione (LARC dall’inglese Long Acting Reversible Contraceptive) e consentono di vivere in piena serenità la propria vita sessuale senza neppure l’assillo quotidiano dell’assunzione della pillola e senza la necessità di una buona conoscenza del proprio corpo che quando si è adolescenti è ancora in erba.
L’impianto sottocutaneo è un metodo disponibile da poco in Italia e questo spiega perché ancora non se ne parli molto e non è usato come dovrebbe, considerati i vantaggi che offre. Secondo gli Esperti è un contraccettivo ideale per le adolescenti, per la sua efficacia e affidabilità.